« Il Padre pronuncio una parola : suo Figlio, e sempre la ripete in un eterno silenzio, e nel silenzio dev’essere ascoltata dall’anima » (San Giovanni della croce, Detti di luce e amore, 99)

« Dio vede nel segreto » aveva detto Nostro Signore. San Giovanni della Croce aggiunge che Dio realizza le sue operazioni divine nel silenzio… nel silenzio il Verbo divino che è la grazia in noi, si fa sentire ed è accolto. Il battesimo opera una meravigliosa creazione nell’anima del bambino. A questi viene data una nuova vita che gli permetterà di compiere atti divini da figlio di Dio. Abbiamo udito la parola del sacerdote : « Io ti battezzo… », abbiamo visto l’acqua bagnare la fronte del bambino ma della creazione della grazia che esige l’azione personale di Dio, non abbiamo percepito nulla. Dio nel silenzio ha pronunziato la sua parole nell’anima.

Gli sviluppi successivi della grazia si compiono di solito nella stessa oscurità silenziosa. L’anima trova sempre tra le ricchezze che scopre e assapora, un’esperienza di questo silenzio divino. I passaggi di Dio sono sempre preceduti dal raccoglimento passivo che rende vigili le facoltà. Si compiono nel silenzio e l’utlima impressione è un gusto di pace e di silenzio.

Ma lasciamo alla poesia di san Giovanni della Croce l’impegno di descrivere tale esperienza :

JV - oraison

« L’Amato, è per me le montagne,

Le boschive valli solitarie,

Le isole inesplorate,

I fiumi gorgoglianti,

Il sibilo dei venti innamorati,

La quiete della notte

Vicina allo spuntar dell’aurora,

Musica silenziosa,

Solitudine sonoa,

Cena che ristora e innamora ». (Cantico, str. XIII e XIV)

In questa ricchezza e varietà di simboli, cosa cercare se non la traduzione musicale dell’unzione spirituale e del silenzio suave nel quale il tocco di Dio ha immerso l’anima ? Per lo spirituale che ha gustato Dio, silenzio e Dio sembrano identificarsi. Dio infatti, parla nel silenzio e solo il silenzio sembra poterlo esprimere.

Cosi, per trovarlo, dove potrebbe cercare Dio l’uomo spirituale se non nelle profondità più silenziose di se stesso, in quelle regioni cosi nascoste che nulla puòòo più turbarle ? Quando vi è giunto, custodisce con cura gelosa il silenzio nel quale lo trova. Lo difende contro ogni agitazione…

Con san Giovanni della Croce esclama :

« Nasconditi, Diletto,

Il tuo viso volgi alle montagne,

Non cercar di parlare ». (Cantico, str. XXXII)

È proprio questo movimento dell’anima verso le profondità silenziose, per custodire gelosamente la purezza del suo contatto con Dio che il dottore mistico descrive in tali strofe. Questo desiderio si trova in tutti i mistici. Si puo forse credere che qualcuno tocchi Dio se non l’ha trovato in lui ? Tutti i maestri ne hanno affermato l’esigenza…

In qualunque modo cambino i tempi, Dio rimane lo stesso, Tu autem idem Ipse es, nel silenzio pronuncia il suo Verbo et nel silenzio l’anima deve riceverlo. La legge del silenzio s’impone a noi… La febbre e l’irrequitezza del mondo moderno la rendono ancora più necessaria e ci obbligano ad uno sforzo maggiore per rispetterla e sottomerci ad essa.

Voglio vedere Dio p. 432-438