Con le sue 1150 pagine, il suo stile e il suo vocabolario talvolta difficile, Voglio veder Dio può disorientare più di un lettore non competente. Tuttavia, 60 anni dopo la sua prima edizione, l’opera continua a diffondersi e a essere tradotta secondo una progressione costante.

Voglio veder Dio è un’opera per gli specialisti della vita spirituale ?

No, Voglio veder Dio è stato scritto per rispondere alla sete di Dio, per imparare a mettersi in contatto con Dio nella preghiera e come perseverarvi. I suoi due titoli Voglio veder Dio e Sono figlia della Chiesa, parole attribuite a santa Teresa d’Avila, sono come una doppia chiamata lanciata a tutti.

Bisogna leggerlo dall’inizio alla fine ?

Si può leggere pescando un po’ a caso. Ogni capitolo è stato concepito come un piccolo trattato. Se si legge Voglio veder Dio nella totalità, anche quando certi passaggi restano oscuri, si comprende che il libro svela il dinamismo di una vita che si sviluppa.

Con quali capitoli cominciare ?

Il capitolo « Voglio veder Dio », benché un po’ difficile, espone come Dio é presente nell’anima. « L’orazione » risponde alla domanda : che cos’é la preghiera ? « Il buon Gesù » ci ricorda che ci dobbiamo legare a Cristo. Altri capitoli riguardano più particolarmente tale o tal’altra tappa nel cammino verso la santità, ma i loro insegnamenti valgono per tutto l’itinerario. « L’orazione di raccoglimento » è molto accessibile in un primo contatto. I capitoli « Il dono di sé », « L’umiltà », « Il silenzio » descrivono gli atteggiamenti sempre necessari. « Condotta dell’anima » presenta i grandi cardini della via dell’infanzia di Santa Teresa del B.G.

Quest’opera molto strutturata non rischia d’inquadrare troppo la vita spirituale e di sembrare un libro di ricette ?

Non si tratta di aprire Voglio veder Dio per cercare a che punto si è arrivati e misurare la propria santità. La vita spirituale è l’incontro di due libertà : quella di Dio e la nostra. « Ogni crescita resta misteriosa » scrive Padre Maria Eugenio. Il discernimento si deve fare con umiltà e prudenza. Se l’azione di Dio si circonda di oscurità, « non appare sempre in disaccordo con la nostra ragione ». E’ così che una psicologa come S.Teresa d’Avila ha potuto individuare delle tappe che padre Maria-Eugenio ha voluto raccogliere in un trattato.

Si può pregare con Voglio veder Dio ?

Sì e no…
Non si troveranno in Voglio veder Dio delle meditazioni. Non è un libro di preghiere. Tuttavia, moltissimi passaggi mettono il lettore in un atteggiamento di raccoglimento. Alcuni passaggi del capitolo su « L’orazione di raccoglimento » o « Le letture spirituali » aiutano a fissare lo sguardo su Cristo. Questa o quella pagina delle conclusioni pratiche dei capitoli : « La fede e la contemplazione soprannaturale », « Notte attiva dei sensi » o della « Aridità contemplativa »,potrà aiutare alcuni a perseverare nonostante l’aridità che spesso s’incontra durante la preghiera interiore. Un passaggio del « Dono di sé » o del « Mistero della Chiesa » potrà risvegliare l’ardore e incoraggiare a cercare l’unione con Dio. Anche le numerose citazioni della Bibbia o degli scritti dei santi possono alimentare il contatto con Dio.