Avendo familiarità con le nostre difficoltà, P.Maria-Eugenio non dà delle ricette, ma apre prospettive luminose e incoraggia a perseverare.
La preghiera è un incontro, uno scambio affettuoso con Dio. Lui è qui, noi siamo con Lui, i nostri due amori s’incontrano. Il suo è infinito e divino, il nostro è spesso traballante ma è filiale, perché la preghiera in definitiva non è che il respiro della nostra vita di battezzati.
Qual è il bambino che non avrebbe relazione con il padre amatissimo ? Poiché il battesimo ti ha fatto figlio di Dio, lascia dunque agire il tuo istinto filiale! La preghiera non ha uno scenario preparato in anticipo, non conosce altra legge che « la libera espressione di due amori che s’incontrano e si donano l’un l’altro. »
Si deve concludere che perdiamo tempo ? E se finissimo di considerare la preghiera solo per quel che viviamo noi? Non dimenticare che il Signore c’é, e che la sua gioia è di averti in sua presenza per colmarti di amore ! Restare solamente per Lui, perfino quando non sentiamo nulla, è dimostrargli concretamente il nostro amore.
La fede allora si mette in movimento. Fonda la nostra certezza : « Tuo Padre è là nel segreto. Il Padre ti ama. Se qualcuno ha sete, venga a me… » La fede ci fa perseverare nella preghiera e vincere lo scoraggiamento. Permette alla vita di Dio di scendere in noi e di trasformarci, nel mistero del nostro cuore. Tra Dio e l’anima, « succedono sempre cose molto segrete ».