I santi ci interpellano.

Vogliono rendere più stretti i legami con noi. Sono pieni di amore, ci tendono la mano perché possiamo seguirli ed entrare nella loro felicità. I santi non restano inattivi in cielo. L’1 novembre 1965 e 1966, evocando la carta delle Beatitudini, vero programma di santità, padre Maria Eugenio ci proietta nella gioia dei santi:

I santi ci interpellano. Vogliono rendere più stretti i legami con noi. Sono pieni di amore, ci tendono la mano perché possiamo seguirli ed entrare nella loro felicità. I santi non restano inattivi in cielo.

L’1 novembre 1965 e 1966, evocando la carta delle Beatitudini, vero programma di santità, padre Maria Eugenio ci proietta nella gioia dei santi:

La festa di Ognissanti è una festa d’incoraggiamento !

Il nostro dovere in questa festa è di felicitare i vittoriosi, di unirci alla loro gioia, di esprimerla loro fraternamente, di chiedere a loro, che sono in cielo, di chinarsi su di noi, di vedere i nostri desideri, di vedere la nostra debolezza e di aiutarci a renderci degni del trionfo di cui gioiscono.

Salutiamo queste membra di Cristo… con un affetto del tutto familiare, perché questi santi, sono i nostri. Sono i nostri fratelli non solo perché appartengono all’umanità, ma anche perché siamo uniti a loro con legami di vita intima, con legami di grazia… Parte dell’umanità è entrata nella vita di Cristo attraverso il Battesimo, o per delle vie ancora più misteriose che la misericordia di Dio le ha riservato, ha tracciato per lei. E in questa folla, salutiamo certamente anche i non cristiani ai quali Dio si è comunicato direttamente; ai quali lo Spirito Santo ha donato la sua luce e la sua grazia e che, senza fare apparentemente parte della Chiesa, della Chiesa in quanto società visibile, tuttavia fanno parte della vera Chiesa, sono entrati nella pienezza di Cristo e della sua vita.

La folla immensa con la quale ci rallegriamo, sono anche le anime che abbiamo conosciuto: i nostri famigliari, i nostri amici, chi abbiamo amato e che hanno trionfato in cielo. Noi li festeggiamo, e certamente, oggi si chinano sulla terra. Abbiamo con loro dei legami di vita, la vita di Cristo che non muore. Si chinano su di noi per far passare nelle nostre anime i benefici del loro affetto e nello stesso tempo gli effetti della forza che hanno acquisito in Cielo. La festa di Ognissanti è dunque una festa familiare: festa interiore, festa esteriore.

Entriamo nella gioia dei beati in cielo,

per felicitarli, per rallegrarci con loro.

La gioia della Misericordia p. 76-77