Meditazione del Beato Padre Maria Eugenio durante la Settimana Santa. SABATO SANTO

La liturgia ci assicura oggi il silenzio e il raccoglimento per passare questa giornata presso la Santa Vergine, per restare presso di lei ed entrare nel mistero della sua anima, del suo cuore…

Maria, anche tu sei stata sorpresa dalla rapidità degli avvenimenti, da quel dramma che si è svolto entro alcune ore: esitazioni di Pilato, grida della folla, flagellazione, incoronazione di spine, condanna… Oh, la fretta di tutto ! Che precipitazione, che agitazione ! E’ l’inferno scatenato che mette in atto tutti questi mezzi, tutta questa potenza.
E tu ecco, Maria, che richiami tutti questi avvenimenti al tuo spirito, come avevi richiamato in Nazaret…
Sei abituata a questa meditazione nel tuo cuore e nel tuo spirito. Eccoti, assorbita e silenziosa, rivedendo tutto, rivivendo tutto. E sei sola. Le altre volte rivivevi gli avvenimenti con Gesù tra le tue braccia, con Gesù con te.
Egli non è più. Tu prendi coscienza della tua solitudine, Maria… Com’è dolorosa, come vi sei sola! Ecco che la tua solitudine si popola…Di che ? oh, di una speranza vivente e forte che è nel tuo cuore:

“Dominus tecum”: lo Spirito Santo è con te. È lui il principio della tua fecondità. È da lui e per mezzo di lui che hai ricevuto il Verbo. È da lui e per mezzo di lui che ricevi ora il Cristo totale. È la tua maternità, Maria, che sboccia, è il tuo seno che si dilata, è la tua grazia che si dilata e sboccia alla misura del mondo, alla misura del sacrificio di Gesù.

Maria, lasciaci  avvicinarci a te. Tu hai Giovanni, e noi vorremmo rappresentare la Chiesa. Lasciaci vedere quello che stai per diventare.

Lo sappiamo, tu stai per diventare Madre della Vita.


Seduta in terra, accasciata dalla tua pena, silenziosa, dolorosa e grave, ecco nostra Madre, Nostra Signora della Vita.

Siamo tuoi figli, Maria ! Non vogliamo farti scordare Gesù. È appunto per trovarlo che veniamo presso a te. Non vogliamo sostituirlo, ma solo proseguirlo. Vogliamo essere come lui. Vorremmo, a tuo riguardo, essere i testimoni, le prove della tua maternità spirituale, delle forze nuove di fecondità e di maternità che lo Spirito Santo ha posto nella tua anima e che la morte du Gesù ti ha dato.

Non vogliamo che guardare e, per questo tuo sguardo, attingere la grazia che tu ci destini e che Dio ci ha preparato da tutta l’eternità; quella che deve fare di noi ciò che dobbiamo essere, condurci nel mondo e nella Chiesa, al posto che dobbiamo occupare; questa grazia che deve darci la bellezza che Dio vuole per noi e anche la fecondità che ci riserva.

 

Maria tutta Madre “Tu partorirai nel dolore” p. 144.147