“Sacerdote per l’eternità” – 4 febbraio 1922

père Marie-Eugène célébrant la messe en plein air

Il 4 febbraio 1922, designato per dire qualche parola al nome degli ordinati, la sera stessa, Enrico fa questa meditazione :

Sono sacerdote, Sacerdote per l’eternità […] questa mattina il Vescovo mi ha imposto le mani, ha consacrato le mie mani e tu, o Gesù, sommo Sacerdote, mi hai preso ed elevato fino a te, mi hai indentificato a te dandomi il potere del tuo sacerdozio. Domani pronuncerò la formula sacramentale e alla mia voce tu verrai, io ti terrò nelle mie mani e di donero, Gesù. […]

Adoro la tua azione misteriosa, Gesù sommo Pontefice, vivo, indentificato alla mia persona, e davanti le oscurità di questo mistero, più belle di tutte le nostre luci, ti offro innazitutto la lode silensziosa della commozione e della pace profonda di cui mi hai colmato. […] Tu vuoi che io stesso sia un’ostia. Mi offro a te per tutto quello vorrai, per la pace, la gioia, come per l’oscurità e la sofferenza. […]

E a te, o Maria, devo tutto, poiché sei tu che mi hai accompagnato e fatto diventare quello che sono. Ti darò dunque tutto, specialmente il mio cuore con la gioia di cui è pieno. Contempla la tua opera. la mia felicità basta oggi alla tua felicità poiché sei mia Madre e ora sono Sacerdote, voglio più che mai restare tuo figlio.

In queste poche parole, sono già riconoscobili le grande direttrici della spiritualità che si svilupperanno lungo tutta la sua vita.

La vita del beato Maria Eugenio di Gesù Bambino p. 71